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Delitto di Villa Pamphilj, la giudice: “Kaufmann ha lasciato i corpi nudi per depistare le indagini e guadagnare tempo”

La gip nell'ordinanza di arresto: "Non si può escludere il duplice omicidio, uomo di estrema pericolosità". Gli atti dell'Fbi: l'uomo era stato arrestato per 5 volte per violenza domestica e aggressioni
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Francis Kaufmann, alias “Rexal Ford”, il presunto killer di Villa Pamphilj, si sarebbe disfatto dei vestiti della sua compagna “Stella” e della piccola “Andromeda” per depistare le indagini e per guadagnare tempo sulla sua possibile fuga. Lo riporta la gip di Roma, Flavia Costantini, nelle dieci pagine dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del 46enne americano, catturato venerdì scorso sull’isola greca di Skiathos. Scrive la giudice che Kauffman ha occultato i cadaveri lasciandoli nudi “in modo da rendere più difficoltosi sia il ritrovamento del cadavere, sia l’identificazione della donna e dello stesso soggetto, con il chiaro intento di depistare le indagini”.

Per ora la Procura di Roma contesta all’americano solo l’omicidio aggravato della piccola, perché dalla prima autopsia sul corpo della 30enne “russofona” non sono mai emersi segni di morte violenta. Cosa che potrebbe essere collegata all’elevato stato di decomposizione del cadavere. Per il gip (e per gli investigatori) tuttavia “non si può escludere, peraltro, che si sia in presenza di un duplice omicidio, essendo ancora in corso gli accertamenti autoptici che potrebbero rivelare che anche la donna sia stata vittima di morte violenta” in quanto “l’efferatezza congenita allo strangolamento della bambina, molto probabilmente sua figlia, non lascia adito a dubbi sull’estrema pericolosità dell’uomo”.

Nell’ordinanza sono ripercorse le segnalazioni arrivate alla polizia relative a Kaufmann e alle sue escandescenze, prima in compagnia di Stella e Andromeda, poi quando è stato avvistato in Largo di Torre Argentina con la sola bimba in braccio. “In data 5 giugno – ricostruisce il gip – la bambina era ancora viva, in data 7 giugno l’uomo con la bambina in braccio (in posizione scomposta), è stato visto all’ingresso del parco e, in data 10 giugno, l’indagato è stato avvistato, a piedi in via di Torre Argentina, con un trolley al seguito e senza la presenza della bambina, ritenendosi, dunque, che la bambina era morta e che lo stesso avesse deciso di darsi alla fuga”. “Della bambina posso dire solo che era bionda, la madre la teneva sempre avvolta in qualche copertina, una volta l’ho vista che la teneva in una posizione tale che mi sembrava che la stesse allattando, ma effettivamente non ho visto il seno scoperto”, racconta, in uno degli stralci di testimonianza contenuti nel provvedimento, un “assiduo frequentatore” di Villa Pamphilj colui che ha indicato alla polizia il luogo dove la famigliola dormiva.

Lo stesso testimone spiega che, in quei giorni nel parco, i tre dormivano in tenda che smontavano la mattina “e la mettevano in un sacco nero” che poi “nascondevano tra i rovi”: proprio il cadavere di Stella è stato ritrovato, in mezzo ai rovi, coperto da un sacco nero. Infine, per il giudice, per Kaufmann c’è un evidente pericolo di reiterazione del reato. “Da interlocuzioni intercorse con il personale Fbi in servizio presso l’ambasciata americana – si legge nell’atto – è emerso che Ford (alias di Francis Kaufmann) ha circa cinque arresti precedenti per violenza domestica e aggressioni” e sempre negli Stati Uniti “ha scontato 120 giorni di carcere per aggressione con arma letale che ha causato gravi lesioni fisiche”.

Intanto proseguono le indagini della polizia italiana e in particolare degli agenti dello Sco, il Servizio centrale operativo, che si trovano a Malta per concludere gli accertamenti. Si cerca di avere conferme sull’identità della 30enne “russofona” e di ottenere nuovi dettagli su Kaufmann, attraverso l’analisi delle carte di credito, dei conti correnti e della finta identità che l’uomo si era inventato di sana pianta.

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